L’epidemia solitaria

Grazie ai social media siamo più connessi che mai. Ma lo siamo davvero?

Più della metà della popolazione mondiale ha un social account. Spendiamo in media due ore e mezza al giorno a chattare, scrollare e commentare foto altrui, siamo perpetuamente connessi, e ciononostante ci sentiamo soli. Solitudine, depressione e ansia sono un problema sociale diffuso e in costante crescita, e i social sembrano acuirne gli effetti. Ma come è possibile che l’essere sempre connessi ci faccia sentire così isolati? Come al solito, non si tratta dello strumento ma di come lo usiamo.

In generale ci sono prove che suggeriscono che i social sono correlati alla nostra salute mentale, ma l’effetto può essere benefico o dannoso a seconda di altri fattori personali quali il carattere, la situazione familiare ed economica, il contesto sociale di appartenenza. Per esempio, le persone che si sentono già escluse dalla cerchia sociale (per motivi economici, fisici o psicologici) lottano molto di più con la pressione sociale esercitata dai social media. Studi dimostrano che le interazioni positive sono legate a livelli inferiori di depressione e ansia, mentre le interazioni negative sono legate a livelli superiori di malessere psicologico. Ma come definiamo una “interazione negativa”, e come controllarla? C’è un modo per dire se il nostro uso dei social media è sano?

 

Come usare i social media?
Se siamo preoccupatə per il nostro uso dei social media (o per quello di un membro della nostra famiglia), può essere d’aiuto prendersi qualche minuto per pensare a come i social media fanno sentire noi, la nostra famiglia e i nostri amici. È un’aggiunta positiva alla nostra vita, o ci fa sentire male, consumando tempo ed energia che potremmo usare in altri modi? Fare un bilancio delle nostre abitudini può aiutarci a scegliere dei modi per usarli in modo sano. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  1. Chiediamoci perché usiamo i social media
    I dati rivelano che i social media sono più efficaci nell’affrontare la solitudine quando sono usati per migliorare le relazioni esistenti o per creare nuove connessioni significative, ma sono controproducenti se usati come sostituto della vita reale. Individui che cercano supporto sui social media spesso si sentono delusi o abbandonati dalla loro “comunità online”.

  2. Non confondiamo qualità con quantità
    Da un lato i social media giocano un ruolo importante nell’aiutarci a rimanere in contatto con gli amici lontani e a organizzare incontri. Tuttavia, c’è una netta distinzione tra la “solitudine sociale” – una mancanza di contatto con gli altri – e la “solitudine emotiva“, che può persistere indipendentemente da quante “connessioni” si hanno. Senza strette connessioni fisiche, le amicizie virtuali superficiali possono fare poco per alleviare la solitudine emotiva. Quindi, sebbene l’aiuto possa essere trovato attraverso gruppi di supporto online, il contatto nella vita reale, il buon vecchio faccia a faccia, rimane il modo migliore per aiutarci a ridurre la solitudine.

  3. Ricordiamoci che è tutta finzione
    I social media offrono l’opportunità di confrontarci con gli altri, nel bene e nel male. Ma confrontarsi con gli altri può essere estremamente distruttivo. Alcune ricerche hanno associato l’uso intenso dei social media con l’aumento dell’ansia da prestazione e una sensazione di solitudine e inadeguatezza. Questo è dovuto al fatto che i social sono orientati alla performance, allo status, all’esagerazione delle qualità favorevoli (ad esempio pubblicando solo contenuti “felici”), e alla negazione dei momenti bui.

  4. Controlliamo Contenuto e tono
    Dopo aver scritto un post, prendiamoci un momento per leggerlo. Qual è il tono? Una delle cose principali che distingue gli utenti che riportano un alto benessere rispetto a quelli con depressione o ansia è ciò che scrivono e come lo scrivono. Le persone depresse usano un linguaggio più negativo, riflettendo sulle cose che vanno male, o lamentandosi della vita o di altre persone. Consideriamo i modi in cui possiamo concentrarci su alcune delle cose buone che accadono nella vita, non solo su quelle negative.

  5. Controlliamo il tempo online
    In alcuni studi si è dimostrato che gli utenti depressi trascorrono più tempo online, mentre in altri le due cose sembrano non correlate. Su un punto sono tutti d’accordo però: nessuno studio ha trovato che passare più tempo online sia una buona cosa. In generale una semplificazione della vita e più tempo trascorso offline sembrano avere dei benefici per la salute e il benessere.

Referenze

Braghieri, Luca and Levy, Roee and Makarin, Alexey, Social Media and Mental Health (August 12, 2021). Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3919760 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3919760

Ferrara E., Manipulation and abuse on social media, ACM SIGWEB NewsletterIssue SpringSpring 2015 Article No.: 4pp 1–9https://doi.org/10.1145/2749279.2749283

Seabrook E, Kern M, Rickard N., Social Networking Sites, Depression, and Anxiety: A Systematic Review. JMIR Mental Health 2016;3(4):e50, https://mental.jmir.org/2016/4/e50

https://theconversation.com/how-to-be-a-healthy-user-of-social-media-70211

 

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