Perché le donne scelgono lavori meno pagati?
Molti lavori ancora oggi sono ritenuti “femminili” (insegnante, segretaria, infermiera) o “maschili” (tornitore, elettricista, amministratore delegato). Il problema è che il lavoro “femminile” è tipicamente meno pagato di quello “maschile”. Formalmente non ci sono paletti all’interno del mercato del lavoro, per quale motivo le donne continuano a scegliere lavori meno pagati?
Da quasi 4000 anni il lavoro possiede un’etichetta. Ci sono lavori da uomo e lavori da donna. Questa divisione è stata giustificata, in parte, dalle presunte qualità di uomini e donne. Le donne sono “servizievoli” e “pazienti”, quindi sono perfette per fare l’insegnante d’asilo o l’infermiera. Gli uomini invece hanno caratteristiche che li rendono ideali per fare i dottori, gli amministratori delegati o i piloti d’aereo. Questi stereotipi riaffermano che cosa gli uomini e le donne dovrebbero o non dovrebbero fare, rafforzando un codice sociale e morale che ha tenuto generazioni e generazioni di donne lontane dal lavoro.
Le norme sociali modellano il nostro modo di pensare e il nostro modo di percepire noi stessi più di quello che noi stessi crediamo, fino al punto di farci agire in modo controproducenti. Per esempio, una ricerca del 2015 ha dimostrato che sia in Europa che in America le donne che hanno un salario più alto degli uomini, per bilanciare il loro lato “femminile” e rispondere alle norme sociali della madre che sta a casa, aumentano il numero di ore dedicate al lavoro domestico e alla cura dei figli.
L’Italia soffre dello stesso problema. Alla fine degli anni ‘90 il 30% delle donne e il 40% degli uomini italiani non era d’accordo con la frase “Una madre che lavora può stabilire un rapporto altrettanto caldo e sicuro con i suoi figli di una madre che non lavora”, a riprova che certi modi di pensare sono duri a morire. Facciamo un salto nel 2005, e scopriamo che il 35% delle donne e il 45% degli uomini erano d’accordo o indifferenti alla frase “In condizioni di scarsità di lavoro, gli uomini dovrebbero avere maggior diritto ad ottenerlo delle donne”, e il 40% disapprovava una madre single senza un marito.
Ci sono molti fattori che hanno favorito l’entrata della donna nel mondo del lavoro. Allo stesso modo ci sono dei meccanismi che non sono facili da sradicare e che rallentano la crescita economica femminile.
Per sradicare questi meccanismi sociali è necessaria una collaborazione sia tra Donne sia tra Uomini. Solo facendo fronte comune ci sarà spazio per una maggiore equità in ambito lavorativo per i due generi.
Se vuoi saperne di più
Bertrand M., Kamenica E., Pan J., Gender identity and relative income within households. The Quarterly Journal of Economics (2015), 571–614.
Fortin N., Gender role attitudes and the labour-market outcomes of women across OECD countries. Oxford Review of Economic Policy, vol. 21, No. 3 (2005).
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